La religione americana: l'avvento della nazione post-cristiana by Harold Bloom

La religione americana: l'avvento della nazione post-cristiana by Harold Bloom

autore:Harold Bloom [Bloom, Harold]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Comparative Religion
ISBN: 9788811738398
Google: hFBtPQAACAAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 1994-11-14T23:00:00+00:00


8. L’avventismo del Settimo giorno:

salute, profezia ed Ellen Harmon White

È possibile che Ellen Harmon White (1827-1915), cresciuta nel Maine con una formazione religiosa metodista, possa aver attinto ulteriore forza e determinazione per la sua vocazione profetica da una disgrazia che la colpì quando aveva nove anni. Un giorno, tornando a casa da scuola, fu colpita in pieno volto da una pietra scagliata da una ragazza più grande; il colpo le fece perdere i sensi. Ebbe il naso fratturato e il viso completamente sfigurato, ma seppe superare il lungo periodo traumatico che seguì e dal quale emerse come esempio vivente della nota massima di Nietzsche: «Ciò che non mi distrugge mi rafforza». Sedicente profetessa, sebbene i suoi scritti siano a stento leggibili, rimane senza dubbio la fondatrice di una fede americana molto originale e duratura che in America, tuttavia, ha una posizione che sarebbe difficile definire di monopolio. Sebbene gli avventisti del Settimo giorno non condividano il rifiuto del patriottismo proprio dei testimoni di Geova, la loro nascita è segnata infatti da un’opposizione al sogno americano del tutto simile a quella di questi ultimi. Ciò che in passato ha accomunato le due sette è stato il fatto di essere entrambe frutto della grande delusione millerista, ma oggi esse hanno veramente pochi punti di contatto. L’aspetto più strano e contraddittorio dell’avventismo del Settimo giorno è la sua evoluzione da un atteggiamento di netta opposizione alla Religione Americana a una condizione di totale assorbimento all’interno del nostro sciamanismo nazionale.

Oggi gli avventisti rivaleggiano con i testimoni di Geova e i mormoni nel proselitismo all’estero, mentre in patria sono divenuti una chiesa che, razzista alle origini, conta tra i suoi fedeli un numero sempre crescente di afroamericani e di ispanici. È un’ironia divertente che le due figure di maggior rilievo tra gli avventisti del Settimo giorno non siano più la profetessa Ellen White e il suo discepolo di un tempo, il dottor John Harvey Kellogg, inventore dei Corn Flakes, ma piuttosto due celebri cantanti, Little Richard e Prince, proprio come il testimone di Geova attualmente più conosciuto è il cantante-ballerino Michael Jackson. L’avventismo, a differenza dei testimoni di Geova, non è diventato parte integrante della mitologia popolare americana, né ci ha dato delle figurazioni fantasiose quali gli Jonadabs o il Malefico Magnetismo Animale della signora Eddy. Il grande pubblico associa gli avventisti al sabato, ovvero al sabbath ebraico, e a una rete di servizi sanitari privati largamente diffusa e socialmente utile. A volte sembra che gli avventisti, proprio come i mormoni, corrano realmente il pericolo di diventare semplicemente un’altra confessione protestante, oppure una nuova versione tra le tante del fondamentalismo. Eppure gli avventisti hanno una teologia che è loro peculiare e che rivela una spiritualità americana molto diversa da qualunque altra.

Lo studio più aggiornato sull’avventismo, Seeking a Sanctuary (1989) di Malcolm Bull e Keith Lockhart, ci mette in guardia da qualsiasi spiegazione semplicistica dei paradossi di questa fede:



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